Si avvicina il periodo più difficile dell’anno per mamme e bambini: quello dell’influenza. Pubblichiamo alcuni utili consigli a cura del nostro esperto pediatra, il Dott. Francesco Pastore

 

A cura del Dott. Francesco Pastore

Pediatra di famiglia

Formatore regionale FIMP Puglia

Martina Franca

www.francescopastore.it

  1. 1.      Premessa

 

L’influenza costituisce un importante problema di Sanità Pubblica a causa del numero di casi che si verificano in ogni stagione e che può essere più o meno elevato a seconda della trasmissibilità del virus influenzale circolante.

È possibile che la malattia abbia un decorso asintomatico, ma nella maggior parte dei casi i sintomi più comuni possono includere febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e delle articolazioni, cefalea e malessere generale. Nei casi non complicati, i sintomi si risolvono spontaneamente entro una settimana dall’esordio.

I casi gravi di influenza possono essere causati direttamente dai virus influenzali o da sovra-infezioni batteriche o virali che si verificano dopo che il virus influenzale ha procurato un danno immunitario a livello delle basse vie respiratorie.

I casi gravi e le complicanze dell’influenza sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e in determinate categorie di rischio, quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie. Alcuni studi hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte. Tuttavia, casi gravi di influenza si verificano, di tanto in tanto, in persone sane che non rientrano in alcuna delle categorie sopra citate, anche se questo è un evento raro.

  1. 2.      Sorveglianza epidemiologica durante la stagione 2011-2012

 In Italia l’attività di sorveglianza epidemiologica delle sindromi influenzali è coordinata dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Centro Interuniversitario per la Ricerca sull’Influenza (CIRI) di Genova e il contributo dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, dei referenti presso le Asl e le Regioni.

Nella stagione 2011-2012, il picco epidemico è stato raggiunto nella quinta settimana del 2012 con un livello di incidenza pari a 9,6 casi per 1000 assistiti. Il periodo epidemico (incidenza superiore a 2 casi per 1000 assistiti) ha avuto una durata di 13 settimane.

L’incidenza cumulativa osservata durante la stagione 2011-2012 è stata pari a 86 casi per 1000 assistiti. Tale valore si colloca ad un livello intermedio rispetto a quello osservato nella stagione 2004-2005 in cui l’incidenza ha raggiunto il massimo livello fin ora registrato di 116 casi per 1000 assistiti, superiore anche alla stagione pandemica in cui l’incidenza cumulativa è stata pari a 99 casi per 1000 assistiti e quello più basso registrato nella stagione 2005-2006. Durante la scorsa stagione l’incidenza cumulativa osservata nelle due fasce di età pediatrica è stata di 234 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 0-4 anni e di 134 casi per 1000 assistiti nella fascia di età 5-14 anni. Quindi ancora una volta la fascia d’età più colpita è stata quella pediatrica, ovvero da 0 a 14 anni.

L’incidenza decresce all’aumentare dell’età, e raggiunge il valore minimo negli anziani (da 75 casi per 1000 assistiti tra 15 e 64 anni, a 38 casi per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni).

  1. 3.       Misure di igiene e protezione individuale

La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza. Recentemente l’ECDC ha valutato le evidenze sulle misure di protezione personali (misure non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, ed ha raccomandato le seguenti azioni:

1. Lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici) Fortemente raccomandato

2. Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani) Raccomandato

3. Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale Raccomandato

4. Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali) Raccomandato.

  1. 4.       La vaccinazione

L’OMS ha indicato che la composizione del vaccino per l’emisfero settentrionale nella stagione 2012-2013 sia la seguente:

– antigene analogo al ceppo A/California/7/2009 (H1N1)pdm09;

– antigene analogo al ceppo A/Victoria/361/2011 (H3N2);

– antigene analogo al ceppo B/Wisconsin/1/2010.

Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni.

Il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è, per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre.

Occorre sottolineare che la protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare. Per tale motivo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale.

Di seguito le categorie a rischio per le quali la vaccinazione è fortemente raccomandata:

  • Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza

a) malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO)

b) malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite

c) diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30 e gravi patologie concomitanti)

d) insufficienza renale cronica

e) malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie

f) tumori

g) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV

h) malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali

i) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici

j) patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)

k) epatopatie croniche

  • I bambini e adolescenti in trattamento cronico con acido acetilsalicilico
  • I bambini familiari e contatti di soggetti ad alto rischio
  • I bambini fino a 6 anni che frequentano stabilmente asili  o altre comunità
  • Le donne in gravidanza nel 2° e 3° trimestre
  • Noi stessi e il nostro personale

I bambini inoltre, specie i più piccoli, eliminano una quantità di virus, con la saliva e le altre secrezioni, di molte volte superiore a quella dell’adulto:  ne consegue che sono i principali responsabili dell’epidemia influenzale in una società, così come già da tempo riconosciuto anche nei rapporti ISTISAN “I risultati ottenuti mostrano che la vaccinazione di bambini e ragazzi appare determinante per ridurre la diffusione dell’infezione anche in altre fascie di età, con un effetto di herd immunity attribuibile all’importante ruolo che questa fascia di età ha nella diffusione dell’influenza, come accade durante i periodi inter-pandemici”.

Non dimentichiamo, infine, che il rischio di ospedalizzazione nel bambino sotto l’anno è paragonabile a quello dell’anziano, ed il rischio di complicanze che richiedano l’uso di antibiotici è alto sotto i 2 anni.

  1. 5.      Tipologia di vaccini

 

I vaccini disponibili in Italia sono tutti inattivati e quindi non contengono particelle virali intere attive e sono classificabili nei seguenti tipi:

– vaccino split, contenente virus influenzali frammentati;

– vaccino a subunità, contenente solo gli antigeni di superficie, emoagglutinina e neuraminidasi;