Terminati i lavori di restauro della Statua lignea di San Cataldo, Santo Patrono di Corato, che sarà presentata alla Città giovedì 26 aprile (ore 19.00) presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Dopo oltre cinque mesi di lavoro la statua lignea del Santo Patrono di Corato, San Cataldo, è pronta per brillare del suo antico splendore e per presentarsi alla Città, da sempre devota al Santo che la salvò alla fine del ‘300 dalla peste.

Un lavoro di equìpe diretto dalla Dott.ssa Annamaria La Monica, coratina di nascita, restauratrice, collaboratrice dell’Università di Bari per i lavori scientifici di restauro, già protagonista di altri interventi nella città di Corato, che ha permesso alla statua (attribuita ad uno scultore andriese, Nicolantonio Brudaglio, del XVIII sec) di tornare nel suo stato originale, dopo aver subito un degrado progressivo dovuto sia all’usura sia a numerosi interventi di pittori locali che ne hanno nascosto e deturpato il proprio status storico.

Un simbolo per la Città di Corato, che tornerà ad occupare la sua collocazione abituale dopo la cerimonia di presentazione dell’opera d’arte che si svolgerà giovedì 26 aprile alle ore 19.00 nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Corato (dopo la santa messa solenne celebrata dall’Arcivescovo della Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth Giovan Battista Pichierri).

Alla presentazione, oltre all’Arcivescovo, presenzieranno Mons. Saverio Pellegrino (Responsabile dei Beni Culturali della Diocesi), Don Cataldo Bevilacqua (Rettore della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Corato e Vicario Zonale), il Sindaco della Città di Corato Luigi Perrone, Francesco Squeo, Amministratore Delegato della FAS S.p.A., azienda che ha finanziato il restauro e il presidente della Deputazione di S.Cataldo Luigi Parziale.

“La statua – dice Don Cataldo Bevilacqua – porta addosso 500 anni di devozione a S. Cataldo. Il restauro ha riportato alla luce la storia di una statua che si era appiattita e non trasmetteva più la sua storia”.

Un lavoro difficilmente attuabile senza il contributo dell’imprenditoria del territorio. In questo senso si colloca la FAS S.p.A., azienda coratina che da realtà sempre attenta al territorio ha sposato un progetto culturale che rimarrà nel tempo. “Aver cura del territorio – spiega Francesco Squeo – significa valorizzare la sua espressione. La nostra azienda ha da sempre a cuore la crescita del contesto in cui opera e certamente questo intervento, oltre a ridare luce ad un’opera d’arte da molti apprezzata, ha dato la possibilità a diversi giovani artisti del territorio di lavorare in loco senza dover emigrare per potersi esprimere. Anche in questo senso riteniamo di aver dato il nostro contributo”.

Una squadra numerosa, quella che ha affiancato la Dott.ssa Annamaria Lamonica, composta da Ettore Torelli (Storico dell’Arte), Antonella Ammirati (Restauratrice, specializzata in decorazioni), Patrizia Morante (Restauratrice e collaboratrice), Antonio Murlo (Ebanista – Restauratore), Luigi Piarulli (collaboratore) e per la parte scientifica l’entomologo e consulente universitario Francesco Nicassio.

“Abbiamo vissuto questi mesi con grande attesa e sorpresa – confessa Luigi Parziale – ed è stata per noi una gioia interiore indescrivibile l’aver riportato la statua del nostro Santo Patrono a splendere. Sarà nostro compito custodirla con cura”. 

Restauro San CataldoLA STATUA DI SAN CATALDO – SCHEDA E STORIA (A cura di Annamaria La Monica)

La statua di San Cataldo,  attribuita ad uno scultore andriese Nicolantonio Brudaglio XVIII sec, con la teatralità della sua rappresentazione sacra, riveste un particolare interesse sia dal punto di vista iconografico, che artistico, in quanto asseconda la cultura e il gusto dell’epoca. L’intento dell’artista è sicuramente quello di evidenziare la regalità e la magnificenza del Santo. L’opera è raffigurata in maniera “statica” come venivano rappresentate le immagini di culto rivolte allo spettatore nel loro divino distacco e cristallizzate in pose esemplari. I pittori locali, che da sempre intendono il restauro come un momento di totale trasformazione, hanno  cambiato attributi e decorazioni, privando la statua  di qualsiasi riferimento storico e artistico. Ne consegue che il degrado maggiore è stato causato dalle falsificazioni così radicali da impedire di valutare l’operato di  antichi e validi scultori. Motivo dell’intervento di restauro è stata la necessità di garantire più certa conservazione e valorizzazione alla statua, specialmente danneggiata nella veste pittorica, e di restituire al contempo migliori possibilità di lettura ad un testo artistico fra i più pregnanti dell’arte Sacra coratina. Il restauro ha costituito anche opportuna occasione per indagare l’opera nei suoi aspetti materici, tecnici, storici, formali e iconografici.  Ne è scaturita una utile esperienza operativa su un manufatto piuttosto raro, almeno in queste dimensioni, e raramente finora sottoposto a soluzioni conservative che non siano state di mera e a volte poco accurata  manutenzione. Ora che  le nostre fatiche si concludono con la “rinascita” del capolavoro si invita i Coratini a custodire , contemplare e ricevere il messaggio di amore e bellezza che essa vuole trasmettere… Come ha voluto evidenziare Don Cataldo durante una messa domenicale:”…questa Statua porta con sé ‘500 anni di amore e devozione del popolo di Corato al Santo Patrono…”.